di Furio Mocco 10 Novembre 2011
Quanto sta accadendo in Europa e in Italia dimostra ancora una volta la vacuità delle discussioni del teatrino politico e mediatico di regime.
In questi giorni si assiste al più evidente stravolgimento della nostra carta costituzionale veicolato dai narratotri del mercato e dell’economia, siano essi giornalisti, economisti, politici o persone istituzionali cosiddette ‘super partes’ come il presidente della Repubblica.
Ciò che si sta consumando in Italia come in Europa, in Grecia, in Spagna ha un solo nome “Teocrazia del mercato e delle banche”.
La BCE, le banche, i grandi speculatori finanziari e l’Europa, impongono agli stati nazionali un modello istituzionale ademocratico nel quale i poteri forti si auto eleggono e si incoronano a dominatori del mondo.
A questi poteri a tutto si deve piegare e inchinare.
Il regime imposto ha profondamente mutato l'assetto delle nostre società nel quale la dimensione economica assorbe ogni altra istanza.
Ad un sistema di “rappresentanza” si sta sostituendo un sistema di sudditanza e di signorinaggio a favore dei grandi speculatori finanziari di cui gli pseudogoverni
tenico-politici nazionali sono gli esattori.
E’ incredibile come oggi non ci sia più nessuno che sia responsabile delle proprie scelte e azioni politiche. Il refrain diventa : “noi non vorremmo ma ce lo impone l’Europa, quindi dobbiamo farlo”. Il paese perde sovranità e i dicktat di banche e speculatori finanziari diventano le linee guida delle azioni dei governi nazionali.La lettera di Trichet e Draghi vengono assunte da maggioranza e opposizione come direttive per svolgere l’azione di governo.Maggioranza e opposizione si rimproverano l’un l’altra di non essere all’altezza e di possedere la credibilità necessaria alla realizzazione delle riforme che la BCE invoca.
A ciò si uniscono i continui richiami del presidente Napolitano su riforme condivise da tutti.
Non c'è alternativa, Tina: “There Is No Alternative”,scrive Giorgio Cremaschi nel libro ‘il regime dei padroni’ “le scelte del mercato hanno la stessa oggettività della natura, sono eventi naturali. Il mercato è la prima natura. La natura vera, tutto il resto, viene dopo e può essere manipolato a piacere. L'aria, l'acqua, la terra e la vita possono essere sfruttate e devastate, perché gli unici limiti realmente intoccabili sono quelli del profitto”.
Un potere che si legittima dando forza di natura alle proprie scelte, e che risulta insindacabile per decreto.
Così la lista dei cosiddetti governi tecnici si allunga. A quello di Carlo Azeglio Ciampi, che il 30 giugno del 1993 nominava un “Comitato di consulenza per le privatizzazioni”, presieduto da Mario Draghi, uomo Goldman Sachs, non a caso oggi arrivato alla presidenza della BCE; a quello di Giuliano Amato,che di tecnico non si sa bene cosa abbia avuto, si aggiungerà nei prossimi giorni quello di Mario Monti.
Il pensiero liberista è diventato ormai pensiero comune,ed è stato capace di concretizzare la teoria gramsciana dell’egemonia penetrando anche nel fronte opposto, quello della sinistra parlamentare.Tutto ciò è avvenuto grazie all’inteconnessione e allo scambio di posizioni e di uomini tra politica ed economia a testimonianza della intecambiabilità e dell’abdicazione della politica nella programmazione economica.Ciampi,Luca Cordero di Montezzemolo ,l’ipotesi Mario Monti,sono solo alcuni esempi.
Il pensiero liberista e l’aspetto squisitamente economico pare abbracciare tutto e tutti, essi definiscono il perimetro che chiude il campo della politica reale; perimetro oltre il quale veleggiano solo le utopie.
Il problema oggi difronte a noi non è assolutamente tecnico ma politico,e mette in discussione anche e soprattutto la realizzazione dell’ Unione Europea su base monetaria e liberista.
Nel disegno liberista prima si creano i paesi ”maiali”, PIGS (Portogallo, Italia e Irlanda, Grecia, Spagna), poi essi diventano aree sub-colonizzate, o di colonizzazione interna, a cui imporre la deindustrializzazione, le privatizzazioni, lo smantellamenti dei loro legami con il mercato internazionale, l’abbassamento del costo del lavoro, con continue contrazioni su salario diretto e welfare. Questi paesi diventano quindi “importatori ideali”asserviti allo strapotere tedesco.
Oggi è in atto una vera e propria guerra finalizzata al passaggio di sovranità dagli Stati nazionali ad una entità monetaria sovranazionale.La rinuncia di Berlusconi e la sua sostituzione con Mario Monti sono parte di questo progetto,sulla falsa riga di quanto avviene in Grecia.Monti in Italia e Papademos in Grecia.
Alla guerra preventiva e permanente,alla guerra al terrorismo per l’esportazione della democrazia, alle quali siamo ormai già abituati, si affianca ora la guerra del ‘Debito Sovrano’ che impone un vero e proprio sciacallaggio su quanto rimane di stato sociale,di diritti e di democrazia.
I soloni dei sistemi elettorali utili a dare voce ai cittadini,al popolo sovrano, guarda caso oggi si trovano nel codazzo di chi si inchina alla prospettiva di un governo tecnico,il cui capo sarà investito senza alcun mandato elettivo e minimamente democratico.
La vicenda greca ,e le ripercussione all’annuncio di un referendum sulle ricette europee,dimostra come il regime ed il pesiero liberista sia allergico alla parola Democrazia.
In questo contesto il centro-sinistra rilancia un modello keynesiano privatizzato, ormai già immerso in una fase di transizione caratterizzata dalla piena disoccupazione del lavoro precario. Socialmente distruttiva, e preludio di una deriva reazionaria in forme inedite. Sostenere questa proposta significa stare fuori dal contesto storico-economico, significa costruirsi un mondo secondo le proprie illusioni e ingannare i lavoratori.
Il pericolo ulteriore è che su questa visione distorta della realtà si chiami alla mobilitazione di massa a sostegno di uno schieramento,quello del centro-sinistra, che si candida a partecipare attivamente sia ad un governo tecnico,di larghe intese e dell’emergenza, che di legislatura e di prospettiva.
Un governo che non metterà in discussione le ricette liberiste europee; ma che concentrerà la sua azione solo sui tempi per realizzarle,naturalmente nell’ambito della concertazione e della pace sociale.
Il primo dovere della sinistra è oggi rigettare senza ambiguità le politiche di austerità, rifiutare le ricette Draghi-Trichet che porteranno ad un aggravamento della crisi per milioni di famiglie. Occorre mobilitarsi sulla richiesta che ci sia da parte delle istituzioni europee, e stato per stato, un sostegno dell’occupazione, un aumento del salario, una difesa del reddito e del welfare, una fiscalità progressiva e sui patrimoni. Occorre condurre con forza la battaglia per la sostituzione, alla crescita quantitativa di matrice capitalistica, orientata al valore di scambio, con uno sviluppo qualitativo. Ciò significa una ‘socializzazione’ del livello e della composizione della produzione imperniato su ‘cosa e come produrre’.
Occorre rivendicare con forza la necessità di una consultazione popolare sulle ricette di macelleria sociale imposte dalla finanza distruttiva.
Stupisce il fatto che anche la sinistra cosiddetta ‘alternativa’ e ‘radicale’,se ancora esiste, è oggi più interessata a soluzioni tecnico-elettrolastiche ,alleanza democratica di cui peraltro parla solo Ferrero e non l’intero centro-sinistra, che ad una vera elaborazione di una strategia di uscita a sinistra da questa situazione.
Se è vero che Silvio Berlusconi si dimetterà, non è altrettanto vero che siamo fuori dal berlusconismo e dal pensiero liberista di cui Berlusconi ed il suo governo sono e sono stati espressione.
La lettera di intenti fatta pervenire alla BCE dal governo italiano,in risposta alla missiva di Draghi e Trichet,al contrario di quanto pensi Susanna Camusso, non è un elenco di luoghi comuni;bensì costituisce un vero e proprio manifesto della cura liberista giocata sulla contrazione dei diritti e dello stato sociale,la cui realizzazione, per ironia della sorte, sarà magari affidata ad un governo di certo-sinistra in piena applicazione del concetto di alternanza politica e di supremazia del mercato al di sopra di tutto!