13 aprile a Firenze : nasce il
Forum per una nuova finanza pubblica e sociale
1. Le crisi - finanziaria, economica, sociale ed ambientale -
sono ormai arrivate ad un punto critico, soprattutto in Europa. A cinque anni
dallo scoppio della bolla dei sub-prime negli USA, la crisi bancaria, sintomo
di una più generale crisi produttiva della
finanziarizzazione strutturale dell'economia e della società attuata negli
ultimi decenni, è stata trasformata in una crisi del debito pubblico dei
governi con il fine di imporre ulteriori riforme liberiste (politiche di
austerità, attacco ai diritti del lavoro e ai beni comuni, svendita del patrimonio pubblico).
Si accelera la crisi democratica nell'Unione europea e in
Italia, dove l'imposizione di politiche tecnocratiche e monetariste toglie
potere ai cittadini e a chi sta pagando l’ impatto della crisi. Intorno alla
questione della finanza ruota il futuro di una rinascita politica così come la
possibilità di pensare una nuova democrazia dei diritti e dei beni comuni ben
oltre l'attuale fallimentare modello di sviluppo.
2. Negli ultimi mesi, intorno a questi temi, alcune reti
e associazioni hanno proposto l’apertura di un percorso comune che, attraverso
un’assemblea nazionale (2 febbraio a Roma) e un seminario nazionale (16 marzo a
Milano), ha visto crescere la partecipazione al processo e ha sedimentato
alcuni obiettivi e pratiche di azione collettiva. E’ sorto così il Forum
per una nuova finanza pubblica e sociale che sabato 13 aprile a Firenze
terrà la sua prima assemblea nazionale.
3. Il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale si propone
come luogo aperto e inclusivo, a cui possono partecipare tutte le realtà che si
riconoscono negli obiettivi condivisi e nelle iniziative poste in essere per
attuarli. Il contesto nel quale si colloca rientra nella necessità di
interrompere il ciclo devastante di politiche di austerità depressive, svendita
del patrimonio pubblico e messa sul mercato dei beni comuni ad esclusivo
vantaggio di pochi interessi privati, affrontando due questioni chiave:
-
come emanciparsi dalla dittatura dei mercati
finanziari, sottraendo la finanza pubblica all'estrazione di valore da parte di
questi e definanziarizzando, ossia riducendo, il volume di questi mercati
sempre più pieni di capitali in cerca di beni patrimoniali altamente
profittevoli su cui investire.
-
come riappropriarsi di nuove forme e strumenti
di governo della finanza pubblica per uscire dalla crisi promuovendo un altro
modello di economia e di società, con un nuovo intervento pubblico partecipativo
che subordini gli interessi privati a quelli collettivi.
3. Due sono le questioni fondamentali che, nel suo percorso, il
Forum ha sinora delineato :
a) Uscire dalla
trappola del debito
La creazione del debito pubblico è stata a vantaggio di
pochi e non della maggioranza delle persone.
La mancata tassazione delle rendite finanziarie, la mancata riforma
fiscale in senso autenticamente progressivo e l'utilizzo corrotto della spesa
pubblica per il controllo sociale, hanno beneficiato una classe ristretta di
persone, e il divario tra ricchi e poveri nel nostro paese è divenuto più
profondo.
E' necessaria – tanto a livello nazionale quanto a livello
di enti locali – un audit pubblico e partecipativo che valuti quali debiti sono
illegittimi e quindi da non riconoscere, e quali vadano invece ripagati,
ristrutturando la composizione del debito, a partire dall’immediato
congelamento del pagamento degli interessi e da una rinegoziazione equa,
democratica e trasparente con i creditori.
b) Riappropriarsi
di una finanza pubblica e partecipativa
La Cassa Depositi e Prestiti, che raccoglie il risparmio
postale dei cittadini e dei lavoratori, e che, dopo la sua privatizzazione nel
2003, è divenuta un vero e proprio “fondo sovrano” sui mercati finanziari internazionali,
deve essere risocializzata per tornare a finanziare – a tassi agevolati e fuori
dal patto di stabilità- gli investimenti degli enti locali per i beni
essenziali e il welfare territoriale; così come -a tassi agevolati e fuori dal
circuito bancario- interventi pubblici e
per privati (PMI e individui) finalizzati alla riconversione ecologica e
sociale dell’economia.
Disaccoppiando Cassa Depositi e Prestiti dai mercati di
capitale diventerebbe inoltre possibile reincanalare alcune risorse private
nella Cassa, da gestire per finanziare interventi di interesse pubblico, così
come, in caso di difficoltà del sistema bancario privato, intervenire per
rinazionalizzare le banche salvate e gestirle fuori da logiche di mercato.
4. Per invertire la rotta in un momento cruciale della crisi,
il conflitto con i mercati finanziari e di capitale è inevitabile e va
combattuto ora prima che sia troppo tardi. Una nuova finanza pubblica può
essere l'argine ma anche lo strumento per disinnescare la crisi, rimettere
sotto controllo la finanza privata, e costruire un altro modello sociale, a
partire dal riconoscimento dei diritti collettivi, dalla riappropriazione
sociale dei beni comuni e dalla riconversione ecologica dell’economia.
Si tratta semplicemente di riappropriarsi della democrazia.
Forum per una nuova finanza pubblica e
sociale
Per adesioni
: nuovafinanzapubblica@gmail.com