lunedì 26 marzo 2012

Sabato 31 Marzo Occupyamo Piazza Affari

Il 31 Marzo tutte e tutti in piazza a Milano
Occupyamo Piazza Affari!
Costruiamo il nostro futuro!
I loro affari non devono più
decidere sulle nostre vite
Contro le politiche antisociali
del governo Monti e della Bce!
Per una società fondata sui diritti civili e sociali,
sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni!
ore 14.00 manifestazione nazionale
dalla Bocconi a Piazza Affari
Misure “lacrime e sangue” sono la ricetta del governo delle banche e della finanza che, con il sostegno del centro-destra e del centro-sinistra, condividono il massacro sociale in atto
Dopo le pensioni e l’articolo 18, ora cambieranno la Costituzione, senza consultare i cittadini, imponendo il pareggio di bilancio finalizzato a imporre la schiavitù del debito per altri  vent’anni.
La ricetta del Governo Monti e dei suoi sostenitori è quella imposta dalla BCE , dal Fondo Monetario Internazionale e dalle banche che scarica sui lavoratori , sulle classi popolari e sui giovani il costo di una crisi voluta e pilotata da chi oggi impone le soluzioni.
Per questo diciamo NO alla precarietà ,alla sopressione dell’articolo 18, alla distruzione dello stato sociale, dei diritti, della civiltà e della democrazia.
Per questo diciamo NO alla distruzione dell’ambiente, alle grandi opere, alla Tav.
Occorre costrure un'opposizione sociale e politica diffusa, capace di contrastare le politiche liberiste e liberticide imposte dalla tirannide finanziaria che sta distruggendo il paese con la benedizione del presidente della Repubblica, e delle forze politiche che sostengono un governo politico , ormai in rotta di collisione con i diritti dei cittadini e del paese reale.
All’appello hanno già risposto moltissimi cittadini e molte sigle organizzative
Rete 28 aprile nella CGIL, CUB,USB, Rete Viola, OrSA, Coordinamento lavoratori autoconvocati, FAISA Milano, Rete San Precario Milano
Unitiallabase, collettivo di lavoratori e lavoratrici autoconvocati della provincia di Savona, aderisce e sottoscrive l’appello del comitato ‘No Debito’  
Unitiallabase Organizza un Pullman dalla Valbormida e da Savona per partecipare attivamente alla manifestazione.
Partenza ore 9.30 da Cairo Montenotte Piazzale davanti alla caserma dei Carabinieri 
e alle ore 10.00 da Savona Piazza Aldo Moro (Stazione nuova)  
Unitiallabase Invita i cittadini,le organizzazioni ,i lavoratori a
Partecipare con noi alla manifestazione del 31 Marzo
Chiamando i numeri 3343605095   3474596046
o inviando una e-mail all’indirizzo Unitiallabase@gmail.com

venerdì 16 marzo 2012

16 Marzo assemblea in OCV




L'assemblea odierna in OCV ha confermato le peggiori previsioni: preoccupandosi di aumentare il più possibile la buonuscita (oltre alla C.I. per due anni e quello che resterà della mobilità dopo la trattativa con il governo subito dopo, hanno ottenuto da uno a due anni di stipendio come incentivo all'esodo) sindacati confederali ed RSU hanno sancito la rinuncia a difendere 200 posti di lavoro (120 più l'indotto) nel vadese.
Ogni proposta di lotta (scioperi, blocchi stradali, occupazione) è stata svilita e osteggiata da parte delle segreterie con argomentazioni di aperta sfiducia nella possibilità di ottenere alcunchè.
Coerenti con quanto sostengono da anni anche in questo caso hanno ribadito che la lotta non paga, che lo scontro con il padrone non porta da nessuna parte, che però cercheranno di vincolare la direzione ad accordi che consentano, non si sa a chi e con quali intenzioni, di acquisire le aree per garantire nuova occupazione.
La stessa prassi con cui si sono persi i migliaia di posti di lavoro di questi anni, accettando le riduzioni degli organici e le chiusure delle aziende salvo poi elemosinare qualche decina di posti, molto spesso in condizioni precarie ed ancor più spesso ambientalmente dannosi.
D'altronde non poteva essere  altrimenti: perché avrebbero dovuto trattare l'OCV diversamente dalla Ferrania, dalle cartiere, dall'Italsider, dalla Fac e da tutte le altre aziende in crisi o sull'orlo di chiudere?
Se a distanza di 8 anni dalla chiusura di Ferrania Technologies, quando da quasi 1000 lavoratori si è rimasti a meno di 200, solo nel 2012 è arrivato il primo sciopero provinciale dell'industria una ragione ci sarà.
I lavoratori, consapevoli che senza un sostegno sindacale e con una fabbrica divisa la lotta è oltremodo difficile, non hanno ancora trovato il coraggio di assumersi in prima persona il diritto/dovere di reagire, ed ogni giorno che passa lo sconforto aumenta e la rassegnazione pure.
Peccato, perché in OCV, per via dell'elevato valore degli impianti, l'occupazione avrebbe potuto essere uno strumento di pressione forte e la richiesta di una riconversione produttiva direttamente alla multinazionale aveva ragioni da vendere.
Così i padroni americani si sono impossessati della tecnologia e  del portafoglio clienti ed al territorio ed ai lavoratori hanno dato un bel calcio nei denti, con il beneplacito dei sindacati che hanno provveduto a seminare paura e sottomissione.
E quando i soldi finiranno? E quando il lavoro sarà impossibile da trovare? E ai nostri figli che lo cercheranno insieme a noi?
É vero, non c'è garanzia che la lotta paghi, ma il contrario una certezza ce la da: quella di avere sicuramente perso.
Lettera di Giorgio Cremaschi* pubblicata il 15 marzo su “il manifesto”
Credo che oramai sia evidente che tutti i movimenti, tutte le lotte in corso in questo paese, per quanto differenti negli obiettivi e nelle storie, hanno di fronte lo stesso avversario che argomenta allo stesso modo. I metalmeccanici, da poco scesi in piazza con rabbia e orgoglio, sono di fronte alla devastazione del contratto nazionale e delle più elementari libertà nei luoghi di lavoro. Milioni di altri lavoratori subiscono le stesse aggressioni senza avere la stessa forza o senza essere chiamati alla lotta da un sindacalismo confederale sempre meno capace di reagire. In Valle Susa nel nome degli affari, della competitività, del «lo vuole l'Europa», si sta procedendo a una sopraffazione democratica e ambientale tra le più gravi della storia della Repubblica. Sulle pensioni il governo ha realizzato il sistema previdenziale più feroce d'Europa, dice la stessa Unione. Il decreto sulle liberalizzazioni reinterpreta l'art. 41 della Costituzione, rovesciandone il significato e i limiti vengono così posti al pubblico e non al privato. Alla faccia del referendum sull'acqua e dei beni comuni. Che anzi, con il patto di stabilità e i vincoli agli enti locali, diventeranno la principale fonte di affari dei prossimi anni.
Con il pareggio in bilancio assunto a norma costituzionale e con l'intreccio di questa norma con il fiscal compact europeo, cioè con l'impegno ventennale a restituire metà del debito pubblico complessivo, lo stato sociale viene posto al di fuori della Costituzione della Repubblica. Ed è stupefacente che un parlamento di nominati possa decidere del nostro futuro senza alcuna consultazione democratica e sono pesanti anche le responsabilità del Presidente Napolitano. Infine l'articolo 18. Che verrà colpito dal governo, proprio perché così vogliono quei mercati e quella finanza internazionale che questo governo rappresenta e rassicura.
Cosa devono farci ancora? Questo governo è ormai chiaramente, anche nelle battute volgari con cui si esprimono i ministri, un governo di destra. Di quella destra europea che attorno a Monti, Merkel e Sarkozy, affronta la crisi con un'operazione tecnicamente reazionaria. Cioè con lo smantellamento dello stato sociale, con le privatizzazioni, con il ritorno a un liberalismo ottocentesco, accompagnato dai poteri dello stato degli anni Duemila. Quando il capo della Banca europea Mario Draghi dice che il sistema sociale europeo è finito,propone una soluzione devastante alla crisi, con l'imitazione di quel modello sociale ed economico degli Stati Uniti, che è la prima causa della crisi mondiale.
Dieci anni fa a Genova e in tutta Europa un grande movimento di lotta e di coscienze contestava il liberismo, il mercato e la globalizzazione, che allora sembravano vincenti ovunque. Oggi che siamo dentro la crisi della globalizzazione e del dominio finanziario su di essa, quelle politiche liberiste che l'hanno provocata paiono avere più consenso di dieci anni fa. E' giusto cercare spiegazioni culturali, sociali ed economiche approfondite. Però bisogna farlo mentre ci si rimette in moto. A differenza di Alberto Asor Rosa, quando Monti va all'estero e si vanta di aver attuato nel nostro paese brutali riforme sociali senza nessuna reale contestazione, io mi vergogno. Cosi come mi vergogno quando vedo il concerto europeo massacrare la Grecia e usarla come minaccia verso tutti popoli
In Italia abbiamo qualche problema in più che altrove perché, come in Grecia, le principali forze politiche di centrodestra e centrosinistra sostengono il governo ispirato dalla Bce. E deve fare le capriole Bersani, quando dichiara di sostenere Hollande che in Francia vuol mettere in discussione i patti europei, mentre in Italia sostiene Monti che appoggia apertamente Sarkozy.
Dobbiamo provare a ripartire per ricostruire. Dopo il 15 ottobre ci siamo fermati e loro sono andati avanti come treni, anzi come tav.. L'appello che lancia la manifestazione a Milano, Occupyamo Piazza Affari, è sottoscritto da militanti sindacali e politici, da movimenti ambientali e civili, da sindacati e partiti, da protagonisti delle lotte di fabbrica e nel territorio. La decisione di lottare e di essere alternativi senza remore a monti e alla sua politica, questo è ciò che unisce.
* Comitato No Debito

31 marzo. Occupyamo Piazza Affari

Occupyamo Piazza Affari
Appello per la costruzione di una grande manifestazione nazionale a Milano per Sabato 31 Marzo. Un corteo che dall'università Bocconi, luogo simbolo dell'attuale governo Monti e dei ministri tecnocrati, si snodi per le vie della città fino ad arrivare a Piazza Affari, luogo simbolo della crisi economica e finanziaria in corso.


Occupyamo Piazza Affari
I loro affari non devono più decidere sulle nostre vite
Contro le politiche antisociali del governo Monti e della Bce!
Per una società fondata sui diritti civili e sociali, sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni!
Misure “lacrime e sangue” sono la ricetta del governo delle banche e della finanza che, con il sostegno del centro-destra e del centro-sinistra, è ormai in carica da oltre tre mesi. Il massacro sociale del governo Monti dilagherà se verrà applicato il trattato europeo deciso dai governi Merkel, Sarkozy e Monti. Ora vogliono cambiare la Costituzione, senza consultare i cittadini e imponendo il pareggio di bilancio. Ora vogliono imporre un trattato, il fiscal compact, che impone la schiavitù del debito per vent’anni. Per vent’anni dovremo sacrificare i diritti sociali e quelli delle lavoratrici e dei lavoratori, per pagare il debito agli stessi affaristi e speculatori che l’hanno creato.
Una crisi del sistema capitalista da cui le classi dominanti non riescono ad uscire. L’individuazione di “medici” come Monti in Italia o Papademos in Grecia, che in realtà non fanno che aggravare la malattia scaricando sui lavoratori e sulle classi popolari il peso della iniqua distribuzione del reddito con il conseguente peggioramento delle condizioni di vita e l’eliminazione di diritti conquistati con anni di lotte. Per questo diciamo NO alla precarietà e alla messa in discussione dell’articolo 18, alla distruzione dello stato sociale, dei diritti, della civiltà e della democrazia. Per questo diciamo NO alla distruzione dell’ambiente, alle grandi opere, alla Tav.
Negazione della democrazia e repressione sono gli strumenti con cui le classi dominanti stanno cercando di fermare e dividere il movimento popolare che va opponendosi al dilagare della precarizzazione e della disoccupazione di massa: lo abbiamo visto in questi giorni in Val di Susa, ma anche contro molte lotte operaie e di resistenza sociale.
Chiediamo ai giovani e alle donne, alle lavoratrici e ai lavoratori, ai precari, ai pensionati e ai migranti, ai movimenti civili sociali e ambientali, alle forze organizzate, di organizzare insieme una risposta a tutto questo con una grande manifestazione nazionale a Milano il prossimo 31 marzo!
Unire le lotte per un'opposizione sociale e politica di massa, capace di incidere e contare, dal territorio, alla scuola e all’università, alle lotte per il lavoro: dalla Argol di Fiumicino alla Wagon-Lits di Milano, alla Alcoa di Portovesme, alla Fincantieri, alla Esselunga, alla Sicilia, alla Fiat e alle lotte dei migranti. Vogliamo manifestare assieme a tutti i popoli europei, schiacciati dalle politiche di austerità e dal liberismo, in particolare al popolo greco, sottomesso ad una tirannide finanziaria che sta distruggendo il paese.
Vogliamo un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il diritto a sanità, servizi sociali e reddito per tutti, lavoro dignitoso, libertà e democrazia.

Il 31 marzo tutte e tutti in piazza a Milano:
ore 14.00 manifestazione nazionale dalla Bocconi a Piazza Affari

Occupyamo Piazza Affari!
Costruiamo il nostro futuro!
Appello “Occupyamo Piazza Affari”
Guarda qui l'elenco aggiornato delle adesioni
Per adesioni scrivere  a unitiallabase@gmail.com

lunedì 5 marzo 2012

Due appuntamenti per i Lavoratori in cassa integrazione

Martedì 6 marzo alle ore 21 nel Teatro Città di Cairo Montenotte 
Incontro pubblico dedicato alle prospettive di sviluppo per la Val Bormida e il Savonese, 
saranno affrontate tutte le criticità del momento, dalla problematica occupazionale alle tematiche ambientali.
Intervengono
il sindaco Fulvio Briano,
 il presidente dell’Autorità Portuale Rino Canavese, 
il direttore dell’Unione Industriali 
il presidente della Camera di Commercio di Savona Luciano Pasquale, 
l’assessore regionale Enrico Vesco 
l’assessore provinciale Santiago Vacca.

Presidio lavoratori in cassa integrazione Ferrania

Mercoledì 7 marzo alle ore 10 Palazzo della Provincia di Savona

Presidio lavoratori in cassa integrazione Ferrania

domenica 4 marzo 2012

Martedì 6 Marzo ore 14 Presidio sotto l'Unione Industriali Vertenza Cartiera Bormida

Martedì 6 Marzo ore 14 si svolgerà presso l'unione industriali un incontro sulla vertenza Cartiera Bormida Saranno presenti all'incontro :
- Cartiera Bormida.
- Unione Industriali.
- Assessore al Lavoro della Provincia di Savona.
- Parti sociali.

Il coordinamento delle varie fabbriche invita altri lavoratori a sostenere la lotta dei lavoratori della cartiera di Murialdo e ad essere presenti al presidio.