venerdì 16 settembre 2011

Accordo 28 giugno 2011 Documento de La CGIL che vogliamo

L'Area programmatica La CGIL che Vogliamo esprime un giudizio negativo sull'accordo interconfederale tra Confindustria CGIL CISL UIL del 28 giugno 2011 per le seguenti ragioni:

-Tutto l'impianto di validazione degli accordi nazionali e aziendali non prevede l'espressione del voto dei lavoratori. Ed è la prima volta che i la CGIL accetta che possa essere negata la libera espressione della volontà dei lavoratori.

-La validazione a maggioranza semplice delle organizzazioni esclude l' agibilità dell'organizzazione dissenziente,avalla la pratica degli accordi separati,rischia di determinare una balcanizzazione delle relazioni sindacali,condizionano la stessa libertà di iscrizione al sindacato.

-Si afferma la coesistenza di rappresentanze sindacali elette da tutti i lavoratori(RSU) e rappresentanze sindacali designate dalle organizzazioni(RSA), di fatto abbandonando l'obiettivo della generalizzazione delle RSU, come previsto nella legge del P.I e nell'accordo interconfederale del 23 luglio 1993.

-Nella fase transitoria le contrattazioni aziendali possono derogare dalle norme del contratto nazionale, prefigurando nei fatti la modifica del contratto nazionale come fonte del diritto su materie fondamentali quali la prestazione lavorativa, gli orari, l'organizzazione del lavoro. In sintesi, questo accordo conferma e rafforza quanto contenuto nell'accordo separato del 2009.Inoltre,per la prima volta l'accordo afferma che i contenuti della contrattazione aziendale possano essere definiti per legge.

-Si prevedono inaccettabili tregue sindacali vincolanti e dunque sanzionabili anche nel caso di accordi separati. Un'organizzazione non firmataria di accordo non può chiedere il voto dei lavoratori e non può nemmeno chiamarli allo sciopero, pena sanzioni.

-L'allegato accordo endosindacale non solo non è risolutivo delle questioni aperte sulla democrazia e partecipazione dei lavoratori ma non ha nessuna validità davanti alle controparti, come dimostra l'accordo del commercio che non ha impedito due contratti separati

-La gestione della trattativa che ha condotto a questo accordo non ha previsto nessun coinvolgimento delle strutture pure direttamente interessate, aprendo un'ulteriore ferita nel tasso di democrazia della vita interna dell'Organizzazione.

L'accordo, contravvenendo a se stesso, non sarà sottoposto al voto dei lavoratori.

La CGIL che Vogliamo rivendica la necessità di una consultazione degli iscritti CGIL con regole chiare e trasparenti , in una campagna di assemblee nelle quali siano esplicitate le differenti posizioni.

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